Filisco, scultore di Rodi, della metà del II sec. a.C., che Plinio ricorda come autore di alcune statue esistenti a Roma, tra cui le Muse del tempio di Apollo.

Filolao, filosofo e astronomo greco (Crotone 470 - fine V sec. a.C.). Fu il maggiore dei pitagorici della seconda generazione (citato da Socrate nel Fedone). Egli sarebbe stato il primo pitagorico a divulgare i libri segreti della scuola, pubblicandoli con il titolo Sulla natura. In astronomia introdusse l'ipotesi di un moto circolare della Terra intorno a un Fuoco centrale, compiuto in ventiquattro ore. Ammetteva che intorno a tale Fuoco ruotassero dieci corpi: Antiterra, Terra, Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno e un Fuoco esterno, o sfera delle stelle fisse, e che le distanze di questi dieci corpi dal Fuoco centrale fossero proporzionali alle successive potenze del numero 3, che per i pitagorici aveva un preciso valore rituale.

Filone di Bisanzio, scrittore tecnico greco (fine del III sec. a.C.), autore di un'opera di meccanica (Mechanike sýntaxis) in nove libri, in cui erano trattate con particolare cura la poliorcetica e la tecnica guerresca. Restano il quarto libro, sulle armi da getto, ed estratti o traduzioni di alcuni altri.

Filone di Larissa, filosofo greco (Larissa 145 - Roma 80 a.C.). Succedette al suo maestro Clitomaco nello scolarcato accademico (110 a.C.) e fu il fondatore della cosiddetta quarta Accademia, caratterizzata dal ritorno a Platone e dall'attenuazione del rigorismo scettico di Carneade. Quando scoppiò la guerra mitridatica si rifugiò a Roma (88 a.C.), dove ebbe allievi e uditori insigni, fra i quali Cicerone.

Filostrato l'Ateniese, retore e filosofo greco, conosciuto anche come FLAVIOFILOSTRATO (Lemno 175 - 249 ). Dopo aver insegnato per qualche tempo retorica in Atene, venne a Roma, dove godette il favore dell'imperatore Settimio Severo e della moglie Giulia. Per esortazione di quest'ultima scrisse la Vita di Apollonio di Tiana. Altre sue opere sono le Vite dei sofisti, il Ginnastico e alcune Epistole amorose, che appaiono meri esercizi di scuola. A lui va anche attribuito l'Eroico, dialogo dedicato al culto di Protesilao, eroe della guerra di Troia.

Flavio Giuseppe 37-100 dC Storico ebraico. Assistette, nelle file romane, all'assedio di Gerusalemme e, alla caduta della città, si stabilì a Roma. Opere scritte in greco: La guerra giudaica (66-70 d.C.); Antichità giudaiche; l'Autobiografia, l'opuscolo Contro Apione. Testimone oculare di una parte dei fatti narrati.

Filòpono (Giovanni), grammatico, filosofo e teologo greco (Alessandria 490 - 566). Discepolo di Ammonio di Alessandria (510). Ci sono pervenuti diciotto dei suoi scritti, di quattordici altri si ha notizia attraverso citazioni. Trascrisse, a partire dal 517, i commenti del suo maestro agli scritti di Aristotele. Nel 529, anno della chiusura della scuola d'Atene, scrisse Contro Proclo sull'eternità del mondo per sostenere la creazione del mondo nel tempo, tesi ortodossa che permise alla scuola di Alessandria di sopravvivere. Il soprannome di Filopono significa "amante del lavoro". La sua opera teologica fu condannata come eretica.

Fòzio, teologo bizantino (Costantinopoli 820 - 895), patriarca di Costantinopoli (858-867 e 877-886). Discendente da una cospicua famiglia bizantina fedele all'imperatore, dapprima insegnò filosofia e teologia, poi, come primo segretario, divenne uno dei maggiori personaggi della corte di Michele III. I conflitti tra Fozio e Roma furono uno dei principali episodi che prelusero allo scisma d'Oriente, dando luogo a un clima di diffidenza tra Roma e Bisanzio. Fozio è personaggio di rilievo nella cultura bizantina: ha lasciato opere d'erudizione (il Myriobiblion o Bibliotheca, rassegna preziosa di un gran numero di opere, molte delle quali oggi perdute; il Lexicon), scritti teologici, orazioni e lettere.

Frontino, (Sesto Giulio), funzionario e scrittore tecnico romano (30-103 d.C.). Soprintendente alle acque di Roma nel 97 d.C. Trattato di agrimensura (Gromatica), del quale rimangono frammenti, un trattato di arte militare perduto (De re militari), e un trattato in due libri De aquae ductu urbis Romae, prezioso per ricchezza di particolari tecnici e scrupolosità di documentazione.

Galèno (Claudio), medico greco (Pergamo 130.- 200 d.C). Si dedicò allo studio della medicina, passando a Smirne, a Corinto e ad Alessandria. Da medico dei gladiatori in Pergamo divenne medico di Marco Aurelio e successori e rimase alla corte imperiale per circa un quarantennio.
Portò nella medicina esigenze teoriche e teologiche e, una tendenza enciclopedica di compilatore più che di ricercatore. Pur conservando concezioni tradizionali, come quella ippocratica dei quattro umori, egli innovò nella diagnosi, prognosi e terapia specifica degli organi malati. Contribui` in anatomia allo studio delle ossa, in fisiologia alla conoscenza della funzione renale e della circolazione del sangue e in neurologia a quella della paralisi degli arti.
Galeno, che rappresenta il culmine della medicina greca, godette per secoli, fino al Rinascimento, un prestigio pari a quello di Aristotele. Il galenismo poggiava su un gran numero di scritti (di cui sono giunti a noi centocinquanta nel testo greco), e su due opere professionali, il Microtechnum (o Ars parva, trattato generale di medicina) e Macrotechnum (o Ars magna, riguardante la scelta e l'applicazione dei medicamenti).

Galilei, Galileo 1564-1642 Fisico, astronomo e filosofo (Pisa 1564 - Arcetri, Firenze, 1642), figlio di Vincenzo.

Gèmino, astronomo, matematico e filosofo stoico greco del I sec. a.C. Di lui resta una Introduzione ai fenomeni, pubblicata in una traduzione latina nel 1500 ad Altdorf. Espose le dottrine di Posidonio nel Compendio della meteorologia di Posidonio, che non ci è pervenuto; di un'altra opera, Teoria della matematica, rimangono alcuni frammenti. Certamente Proclo, nella stesura del Commento al primo libro degli Elementi di Euclide, attinse a opere di Gemino, che non ci sono pervenute.

Giamblico, filosofo greco della scuola neoplatonica (Calcide 250 - 330). Discepolo di Anatolio, studiò, oltre al pensiero platonico e pitagorico, le dottrine caldee ed egizie. Insegnò ad Apamea, dove fondò la scuola neoplatonica di Siria. La sua opera principale era una Silloge delle dottrine pitagoriche, in dieci libri, dei quali cinque sono giunti fino a noi, tra cui i più importanti sono una Vita di Pitagora e Il protreptico (discorso esortativo). Possediamo anche il trattato Sui misteri, testo di filosofia religiosa di grande interesse, che costituisce la testimonianza di come, con lui, il neoplatonismo assume i caratteri di una religione che si erge in opposizione al cristianesimo. Giamblico infatti rifiuta il discorso razionale di Plotino e di Porfirio e, in una prospettiva teurgica e taumaturgica piuttosto che filosofica, è convinto che l'uomo possa entrare in contatto con la divinità per mezzo di riti occulti e di formule simboliche.

Gorgia da Lentini (Sicilia) 483-380 a.C. Oratore e filosofo greco, scolaro di Empedocle; sofista, crede nella forza persuasiva della dialettica. Venuto ad Atene come ambasciatore di Siracusa, si rivelò maestro insuperabile nell'arte della parola, ed entusiasmò Lisia, Alcibiade, Tucidide e Pericle. Rimasto in Grecia come maestro di retorica, fece fortuna, il che gli consentì fra l'altro di dedicare una statua d'oro massiccio ad Apollo Delfico. Ricchezza e longevità sono i tratti costanti della tradizione su Gorgia. Egli ama il discorso elaborato, condito di artifici, pieno di metafore e imperniato su antitesi sapientemente costruite. A lui risale la nostra retorica, con le sue figure, i suoi accorgimenti formali, le sue scelte ritmiche, che Gorgia per primo individuò e analizzò sistematicamente.
Nel trattato Del non essere, Gorgia rifaceva il verso a Zenone per dimostrare che niente esiste; che se anche qualcosa esistesse, l'uomo non potrebbe conoscerla; che, infine, se anche la conoscesse, non potrebbe parlarne. Egli intendeva così dimostrare che anche l'eleatismo non si sottrae alle contraddizioni che esso individuava nelle filosofie del molteplice.



F. Soso, Dec 2000