Top  Secret  America

The Washington Post, July 2001

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" The government has built a national security and intelligence system so big, so complex and so hard to manage, no one really knows if it's fulfilling its most important purpose: keeping its citizens safe "

 http://projects.washingtonpost.com/top-secret-america

Should the article be unavailable, see a synthesis here and some graphs here.

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See also on the subject Story behind biggest leak in intelligence history.

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The extent of Intelligence network has been commented by the Italian newspaper La Repubblica :  " L'inchiesta - Un esercito di circa 10.000 basi sparse sul territorio USA. Che tuttavia non riesce a garantire la sicurezza voluta ".

Svelata la mappa dell'America top secret

Sul Washington Post l'apparato nascosto cresciuto dopo l'11 settembre.

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Gli occhi esperti di Dana Priest e William Arkin hanno puntato un «esercito» con circa 10 mila «basi» sparse sul territorio americano. Un Eldorado di contratti, appalti e subappalti creati dopo 1'11 settembre. Un Golia che dovrebbe far dormire tranquilli gli americani ma che, a giudizio del Washington Post, non è detto sia in grado di fermare il prossimo attacco.

WASHINGTON - Al Qaeda tradizionale, quella di Osama per capirci, conterebbe oggi «non più di 300» elementi. Stima dell'ufficio dell'antiterrorismo statunitense.

Bene, per contrastarla, gli Stati Uniti hanno mobilitato 1.271 organizzazioni governative, 1.931 società private, 10 mila strutture fisse e 854 mila funzionari che producono ogni anno 5o mila rapporti di intelligence. E' il mondo del Top Secret, una realtà che spende denaro - il budget supera i 75 miliardi di dollari -, organizza, scheda, duplica i lavori senza che nessuno possa controllarla in modo efficace. Vale la battuta dell'attuale Direttore dell'Intelligence nazionale, James Clapper: «C'è una sola entità nell'universo che è a conoscenza dei programmi speciali: è Dio».
Il Washington Post, con un'inchiesta di Dana Priest e William Arkin, ha fatti i conti in tasca agli 007 civili e militari. Due anni di scavo, come si dice in gergo, conclusisi con tre puntate sulla versione cartacea del giornale e interessanti link sul web. Un lavoro che ha fatto emergere un'impressionante burocrazia della sicurezza.
Non che fosse sconosciuta. Sono usciti libri e articoli ma il Washington Post ha messo insieme tutti i pezzi offrendo poi una banca dati online consultabile da qualsiasi lettore. Uno scoop che ha fatto arrabbiare alcuni dirigenti dell'intelligence perché - sostengono - «non rispecchia quello che siamo".
La strage di Fort Wood, il fallito attacco al jet Northwest e l'autobomba di Times Square sono lì a documentare i buchi nella rete.
Ogni mattina 854 mila funzionari, certificati come «sicuri e affidabili», entrano nei loro uffici protetti da muri blindati, sistemi per il riconoscimento della retina, card magnetiche. Sono loro il cuore della lotta contro chiunque minacci l'America. E tutti sono ossessionati dalla segretezza. Da proteggere in ogni modo.

Prendiamo il finanziamento dei terroristi: sono 51 i dipartimenti in i5 città che provano a ricostruire il flusso di denaro. Un apparato che deve misurarsi con l'agilità dei nuclei jihadisti. Vivono con quattro soldi, si arrangiano, raramente usano le transazioni bancarie.

La Casa Bianca si è detta «preoccupata» ma non ha confermato che vi sia stato un intervento per fermare la pubblicazione mentre il direttore della Cia, Leon Panetta, ha riconosciuto che «i livelli di spesa post i i settembre non sono più sostenibili».

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[ up ] © F. S.   || 07. 2010 

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